Il Portale della Sostenibilità Fondazione Simone Cesaretti

domenica 30 dicembre 2012

Sostenibilità del Sistema Agroalimentare

Il sistema agricolo consuma una notevole quantità di energia di origine fossile per la produzione di prodotti alimentari sia vegetali (ortive, frutti, ecc.) che animali (carne, insaccati, ecc.) e latticini (mozzarelle, formaggi). FAOSTAT 2010 calcola in circa 5 miliardi di tonnellate l’anno la quantità di cibo prodotto a livello mondiale, di cui non meno di 2,4 miliardi di tonnellate la produzione di frutta e verdura (l’agricoltura dell’Unione Europea fornisce il 40% della produzione alimentare nei Paesi dell’OCSE). Tuttavia, la produzione alimentare nella società moderna risulta sempre meno conciliabile con i principi di risparmio di energia e di riduzione di emissioni di CO2 (che deriva dalla combustione dei prodotti petroliferi) ed inoltre è causa di enormi consumi di acqua potabile (a livello mondiale 70% dei consumi totali è per uso agricolo).

In Italia, i consumi energetici di energia (termica ed elettrica) per il sistema agricolo, sono calcolati in circa 3,3 Mtep, a cui occorre aggiungere la quota di energia consumata in modo indiretto (soprattutto plastica) e dall’industria alimentare per una quota non è inferiore a 13 Mtep (dati ENEA). Appare   chiaramente la necessità di sviluppare un sistema agroalimentare sostenibile, basato sull’efficienza energetica, su modi di produzione a basso impatto energetico ed ambientale, sulla valorizzazione della variabilità genetica delle piante alimentari (attualmente delle oltre 27.000 piante superiori disponibili soltanto 30 sono quelle che forniscono il 90% del fabbisogno energetico alimentare alla popolazione mondiale). 

A fronte di questi dati, l’obiettivo generale è ormai quello di riuscire a coniugare le necessità alimentari con le esigenze di risparmio energetico, di rispetto dell’ambiente, di salvaguardia e uso razionale delle risorse naturali. Infine, è indispensabile l’eliminazione degli sprechi alimentari, se consideriamo che in Europa lo spreco di cibo è stato calcolato annualmente in oltre 95 kg pro-capite (FAO).


Articolo by Andrea Campiotti

venerdì 16 novembre 2012

EcoMondo 2012 : Key Energy e obiettivi per il 2020

Il 9 Novembre 2012, a Rimini Fiera, in occasione della fiera internazionale EcoMondo, si è tenuto il Workshop Key-Energy: Efficienza Energetica e Rinnovabili in Agricoltura. Il convegno organizzato e promosso da Confagricoltura (Confederazione Generale dell’Agricoltura) ha preso in considerazione l’Efficienza Energetica in Agricoltura, il Biogas e le Energie Rinnovabili.

Oltre a Confagricoltura hanno partecipato : GSE (Gestore Servizi Elettrici,),  MISE (Ministero dello Sviluppo Economico), MIPAAF (Ministero per le politiche agroalimentari e forestali), MATTM (Ministero per tutela dell’ambiente e del mare), ENEA (Agenzia Nazionale per le nuove tecnologie, l’energia e lo sviluppo economico sostenibile), Autorità per l’Energia Elettrica e il Gas, il CIB (Consorzio Italiano Biogas).

A parere di Confagricoltura il settore agricolo deve guardare con fiducia agli investimenti in ricerca ed innovazione (ogni euro investito in ricerca per la bioeconomia genera 10 euro di valore aggiunto) ma, come ha sottolineato il presidente Guidi, anche allo sviluppo dei mercati e alla competitività delle imprese, da raggiungere entrambi con l’impiego di tecnologie ecocompatibili e con forte attenzione alle risorse naturali.

I lavori hanno affrontato e discusso anche le azioni del Governo sulla Strategia Energetica Nazionale che risulta focalizzata su quattro obiettivi principali :

Mitigazione della crescita economica sostenibile attraverso lo sviluppo del settore energetico;

Allineamento dei prezzi e dei costi dell’energia con quelli europei;
Riduzione dalla dipendenza di approvvigionamento dall’estero che oggi costa al Paese circa 62 miliardi di euro l’anno;

Raggiungimento degli obiettivi ambientali definiti dal Pacchetto Europeo Clima-Energia 20-20-20 (per l'Italia significano riduzione del 19% di emissioni CO2, 17% di energia rinnovabile sui consumi finali, corrispondente a 21 MTEP di energia primaria, riduzione del 20% dei consumi di energia attraverso l’Efficienza Energetica.

I diversi relatori hanno evidenziato la corsa inarrestabile delle rinnovabili elettriche e di quelle termiche e del biogas (il CIB ha sottolineato che produzione di biogas ha ormai superato al 2012 i 700 MWel e il trend alla crescita non diminuisce). Attenzione è stata rivolta ai Certificati Bianchi quale strumento principale e opportunità economica (anche 100 per Tonnellata Equivalente di Petrolio risparmiato) per l’Efficienza Energetica in Agricoltura. Il GSE ha evidenziato che entro il 2012 il fotovoltaico raggiungerà i 12000 MWp.


Articolo by Andrea Campiotti

lunedì 1 ottobre 2012

Rapporto tra casa e risparmio energetico

Gli edifici di tipo passivo sono una delle vie da perseguire nel presente e nel futuro. Prima si comincia e prima si sviluppano migliori tecniche di costruzione per risparmiare una quantità di energia sempre più alta. 

A Roma nel 2011 hanno completato due edifici passivi nelle vicinanze del quartiere Casalbertone. Tali edifici grazie a sistemi passivi di risparmio energetico e all’applicazione di sistemi fotovoltaici offrono un risparmio di energia notevole e una minore emissione CO2.

L’architettura passiva consiste nel catturare il calore in estate per rilasciarlo in inverno, mediante tecniche di costruzione che consentono di sfruttare l’energia naturale del sole in modo razionale e utile alla costruzione. 

Pertanto, gli edifici passivi sono, nei centri urbani, di massima importanza e la loro edificazione dovrebbe essere una priorità; purtroppo questi edifici sono ancora caratterizzati da un costo abbastanza elevato e di conseguenza, anche gli appartamenti non sono a buon mercato.

Vorrei concludere commentando il fatto che edificando un numero sempre maggiore di edifici passivi a basso costo energetico, che non gravano sulla ormai delicata situazione urbana, sicuramente diminuirà sia il costo di edificazione e sia il costo delle abitazioni per i cittadini interessati al loro acquisto.

Articolo by Andrea Campiotti

sabato 29 settembre 2012

Lo spreco alimentare nel mondo

Dati recenti delle associazioni agricole e del Ministero delle Politiche Agricole e Forestali, ci dicono che il settore agroalimentare italiano raggiunge un valore economico di 250 miliardi di Euro, cioè circa  il 15% del PIL (Prodotto Interno Lordo).  Tuttavia, nonostante l’importanza economica e sociale che l’industria del cibo ha in Italia e naturalmente in Europa e nel mondo non si parla molto degli sprechi alimentari associati alla produzione e al mercato agroalimentare. Infatti, per soddisfare le esigenze della Grande Distribuzione Organizzata (GDO) che richiede prodotti curati nell'aspetto e nell'immagine delle confezioni, molto spesso prodotti sicuramente genuini vengono lasciati sul campo non raccolti oppure sprecati a causa di piccole imperfezioni sul prodotto o  sulla confezione, non rispondenti ai criteri estetici richiesti dal mercato.
  
Un ulteriore informazione che non può essere più sottovalutata dai consumatori si riferisce alle forti disparità socio-economiche e alle differenze di disponibilità di beni alimentari tra i Paesi industrializzati (numerosi Paesi in Europa, Stati Uniti e Canada) e quelli in via di sviluppo (soprattutto in Africa e Asia). La FAO ci dice che la disponibilità alimentare pro-capite per i Paesi del nord del mondo arriva a 900 kg/anno, con uno spreco medio di non meno di 100 kg/anno/persona, mentre per i Paesi del sud del mondo, la disponibilità raggiunge i 400 kg/anno pro-capite, con uno spreco di circa 10 kg/anno/persona. 

La FAO ci dice inoltre che, delle 5 miliardi di tonnellate di beni alimentari prodotti annualmente, di cui circa due miliardi e mezzo di tonnellate tra frutta e verdura, lo spreco di cibo tra la GDO, i produttori e i consumatori, arriva a 1,3 miliardi di tonnellate, ovvero circa un terzo del totale di cibo, senza contare l’energia e l’acqua che si è utilizzata per la produzione del cibo (almeno un chilo di gasolio per un chilo di pomodoro in serra e tra 10.000 e 15.000 litri d’acqua per un chilo di carne). 

Questi numeri ci dicono che è necessario un comportamento, soprattutto da parte dai cittadini dei Paesi più ricchi, più rispettoso verso le risorse naturali, il cibo e le persone.  Il 2014 per l’Unione Europea sarà dedicato alla campagna “contro lo spreco alimentare”. Infatti non possiamo trascurare che, almeno un miliardo di persone nel mondo, hanno gravi problemi di alimentazione. Soltanto un cambiamento forte dei nostri comportamenti è in grado di rimodellare un mondo basato sulla sostenibilità sociale, ambientale, economica ed energetica. 



Articolo by Andrea Campiotti

sabato 8 settembre 2012

Come creare un orto in un appartamento

Creare un orto in un appartamento può sembrare un idea alquanto stupida mentre è piuttosto efficace e facilmente realizzabile, infatti  il costo è effettivamente poco elevato.
Ci sono diversi modi per fare un orto in un appartamento, anche di piccole dimensioni :

      1) Per gli appartamenti che non sono forniti di un terrazzo si possono adattare delle piante di taglia bassa in un apposito mobile a sportelli, come si dispongono i libri in una libreria.
Voi vi chiederete ora da dove proviene la luce per mantenere le piante in casa ? Ebbene la luce giunge sia dal sole e sia da lampade a LED che integrano la luce solare. In questo modo si crea una mini serra in un appartamento.

      2) In un appartamento con terrazzo fare un orto è più semplice e naturale in quanto si sfrutta soltanto la luce naturale del sole. Si può coltivare anche l’uva su strutture in legno o su reti. Così facendo la pianta oltre a produrre grappoli d’uva consente di creare anche ombra in estate, certamente gradevole per chi abita nell’appartamento.
      Nell'orto di casa si possono coltivare anche i pomodori, le zucchine e le melanzane.

Io mi auguro che presto tutto questo venga praticato da moltissime persone e che possa quindi diventare anche una soluzione non solo utile per produrre cibo vegetale ma anche per migliorare l’estetica delle case dal punto di vista ambientale.



Articolo by Andrea Campiotti

lunedì 6 agosto 2012

Il Progetto Cl@ssi 2.0 : L'innovazione a scuola

Da settembre 2009, ho iniziato la mia prima media, come cl@sse 2.0. Questo progetto consiste in poche parole ad una digitalizzazione del classico metodo di insegnamento e di apprendimento nella scuola italiana. Inoltre è un progetto finanziato dal MIUR (Ministero dell'Istruzione, dell'Università e della Ricerca), su scala nazionale. Inizialmente sono state scelte 246 classi in tutta Italia, , quali 12 nel Lazio (4 a Roma). Con questo progetto anche molti/e insegnanti, per loro libera scelta, hanno seguito corsi preparatori su tema cl@sse 2.0, con i quali hanno hanno avuto i primi approcci con il computer e con tutto quello che comporta. 

Libro di testo elettronico, lavagna interattiva multimediale (LIM) e una forte sperimentazione condotta nelle Cl@ssi 2.0. Sono le direttrici del MIUR per accelerare il passaggio della scuola verso un utilizzo più diffuso delle tecnologie dell'informazione della comunicazione.

Seguirà il trasferimento di contenuti dei libri di testo, dal cartaceo al digitale, che comunque dovrà essere compiuto obbligatoriamente per legge entro il 2012. Le LIM sono state individuate dal ministero dell'Istruzione nel piano d'intervento «La scuola digitale» (analogamente a molti altri Paesi), come la tecnologia chiave per impostare una didattica collaborativa che coinvolge molto più attivamente gli studenti e ristruttura profondamente il lavoro di insegnamento in classe.

Scomparsa la tavola di ardesia, gli oggetti (testi, immagini, link eccetera) proiettati sullo schermo della classe diventano disponibili all'interazione di studenti e docenti. Il ministero dell'Istruzione, supportato dall'Agenzia per lo sviluppo scolastico (ex Indire), ha avviato una prima fase, iniziata nel gennaio 2009, che ha visto più di 11mila richieste di assegnazione di LIM e 40mila insegnanti che hanno deciso di partecipare alla formazione per poterle utilizzare. 

Il piano prevede che, a partire dall'anno scolastico 2009-2010, 16mila lavagne saranno installate nelle classi della scuola di primo grado e che 25mila insegnanti inizino un percorso di formazione, raggiungendo in questo modo un bacino di oltre 350mila studenti.
Una spinta sulla via della sperimentazione arriva, poi, da Cl@ssi 2.0: un progetto rivolto a 156 istituzioni scolastiche della scuola secondaria di primo grado, su 2300 richieste, che prevede di dotare una classe prima di una completa attrezzatura tecnologica coerente con un progetto metodologico-didattico dell'intero consiglio di classe. 
«L'intento dell'iniziativa – recita il bando di concorso per l'individuazione delle classi coinvolte nella sperimentazione – è quello di realizzare ambienti di apprendimento adatti a un utilizzo costante e diffuso delle tecnologie nella quotidianità scolastica, al fine di verificare, in un triennio, come e quanto l'impatto possa intervenire nei processi formativi in un'epoca di trasformazioni dei linguaggi della comunicazione e della diffusione dei saperi». Il progetto avrà il supporto di diciotto università, una per regione.



Fonte :  Maria Rosa Mazzola                                                                 Articolo by Andrea Campiotti

venerdì 15 giugno 2012

La città : trappola per chi vi abita

La città è ormai diventata un centro di smog e una trappola per le persone che ci vivono. Poniamo il caso di Roma, capitale che dovrebbe essere la città più organizzata d’Italia, e invece è una città a parer mio e, a parere di molte persone, una città invivibile. Raggiungere un qualsiasi punto del centro della città è diventato impossibile: la spesa eccessiva per i parcheggi che invece dovrebbero essere un diritto per chi vuole recarsi al centro,  i mezzi pubblici che per la maggior parte delle volte sono “strapieni".

Ad aggiungersi ai problemi di trasporto ‘in città, c’è anche il problema dell’inquinamento urbano causato dalle automobili che costituiscono un vero e proprio virus della città se consideriamo  la cospicua quantità di CO2 che rilasciano in atmosfera e che respiriamo insieme all’ossigeno di cui
invece abbiamo necessità per vivere.

Anche e l’idea che ora vi illustrerò sembrerà a prima vista impossibile da realizzare tuttavia voglio proporvela lo stesso. L’idea è di creare delle vie sotterranee per collegare l’intera città. Purtroppo, le attuali automobili usano come combustibile la benzina e quindi come succede a volte nelle gallerie delle autostrade, potrebbero accadere incidenti  che per reazione a catena, causerebbero l’esplosione delle automobili. 

Per questo motivo è importante realizzare modelli di veicoli elettrici a 0 emissione CO2. A gennaio del 2012 sono usciti dei modelli elettrici ma hanno un costo ancora piuttosto elevato. 

Per le strade che rimangono fuori, propongo di renderle attraversabili soltanto tramite bici o a piedi. Capisco che il costo di ciò sarebbe molto elevato ma consiglio di prendere questa idea almeno in considerazione.

Articolo by Andrea Campiotti
L’effetto delle automobili nelle città

In quest’ultimo anno, come voi ben sapete, sono state progettate e inserite nel mercato delle automobili dei veicoli elettrici con sistemi di guida e di optional avanzato a zero-emissioni CO2.Allo stesso tempo si vendono veicoli che bruciano benzina e che emettono gas inquinante nel nostro ambiente.

Io sono dell’idea che, a meno nei centri delle grandi città dove l’afflusso delle automobili è molto frequente e di conseguenza anche l’inquinamento aumenta dando origine ad una vera e  propria  nuvola di gas nocivo, vi debbano entrare solo automobili di bassa cilindrata o elettriche. Così facendo nei centri si respirerebbe aria pulita e sana.In una città come Roma dove vivono oltre circa 3 milioni di persone, l’inquinamento prodotto dalle auto non solo influisce sull’aria che noi respiriamo facendola diventare sempre più nociva ma influisce anche sugli edifici e soprattutto sui monumenti che a Roma certamente non mancano. I gas emessi dalla auto deturpano i monumenti facendoli diventare sempre più degradati e polverosi.
Vorrei inoltre aggiungere che buona parte dell’inquinamento prodotto dalle automobili è una delle basi del surriscaldamento globale che ormai e motivo di discussione per molte persone.



Articolo by Andrea Campiotti

giovedì 31 maggio 2012

Risparmio di plastica per usi domestici
 
La plastica è ormai diventata il materiale più utilizzato nelle famiglie. Pensiamo solamente a quanti piatti di plastica usiamo, a quante bottiglie di latte, acqua e detersivi. Da non sottovalutare è inoltre il confezionamento dei prodotti nei supermercati e nei singoli negozi che, finalmente, si stanno sostituendo con le buste biodegradabili o per alcuni prodotti con buste di carta. La plastica che noi usiamo in casa nella maggior parte delle volte non è viene portata agli appositi contenitori per essere riciclata. Non scordiamoci il fatto che la plastica è un derivato del petrolio, che rappresenta la fonte di energia primaria maggiormente utilizzata. Quindi se la plastica è un derivato del petrolio, nello spreco dei rifiuti plastici, non si spreca soltanto plastica ma anche un’ingente quantità di petrolio. 

Motivi che causano questo fenomeno : 

Spesso i contenitorimancano o sono posti lontano dalle abitazioni e di conseguenza le persone non hanno la voglia o il tempo di recarsi fino ai contenitori specifici per la raccolta della plastica ma gettano la plastica nei contenitori più vicini alle proprie abitazioni.  In questo modo, purtroppo, aumenta l’inquinamento urbano. 

Vorrei concludere sottolineando la necessità di un cambiamento negli stili di vita delle persone  e consigliando ai cittadini di usare i piatti di plastica solo nei momenti indispensabili e di usare invece i piatti di vetro per il consumo dei pasti.


Articolo by Andrea Campiotti

venerdì 20 aprile 2012

Biomassa e obiettivi per il 2020

La produzione di biomassa prevista per il 2020 in Europa equivale al 10% del consumo energeticoÈ un risultato notevole calcolando che nel 2011 la percentuale dei consumi è stata stimata al 4%. Inoltre, per il 2020, l’UE ha dichiarato alcune norme per inquinare rispettivamente di meno e per assicurare al nostro pianeta una vita più lunga e sostenibile.

1) Riduzione delle emissioni CO2 rispetto ai livelli stimati nel 1990

2) Promozione e maggiori investimenti nel campo delle energie rinnovabili coprendo il 20% del consumo energetico

3) Sostituzione dei combustibili fossili per alimentare i trasporti, con derivati delle energie rinnovabili come il metano, biogas, biodiesel e bioetanolo.

I biocarburanti attualmente utilizzati sono derivati da miscele di esteri metilici ottenuti dagli oli vegetali, al momento usati solo in alcuni Paesi europei (Germania e Austria).
I risultati raggiunti sono notevoli in Italia dove la produzione di biodiesel dal 2002 al 2009 è passata in percentuale da appena 1,059 tep a ben 12,093 tep cioè il 4% dei consumi totali.
Vorrei inoltre aggiungere che l’Italia, essendo un paese con vaste aree agricole, dovrebbe pensare alle biomasse non solo come un risultato da raggiungere nel 2020, ma come protagoniste di questi anni.I terreni coltivabili dovrebbero essere utilizzati n
on solo per la produzione di cibo ma anche come fonte di energia alternativa

Articolo by Andrea Campiotti

lunedì 9 aprile 2012

Gli innovativi sistemi di riciclaggio per combattere l'inquinamento urbano

Alcuni giorni fa ho pensato ad alcuni sistemi di riciclaggio nelle città per combattere l’inquinamento urbano, divenuto ormai uno dei maggiori problemi. Credo che dopo le energie rinnovabili dovremmo affrontare un altro importante argomento cioè l’inquinamento urbano e le forme di smaltimento e di riciclo.


Per esempio a Roma l’inquinamento è abbastanza evidente non solo nelle zone periferiche ma anche nei quartieri vicino al centro come il Pigneto e San Lorenzo che pur essendo quartieri del semicentro di Roma, non sono molto puliti e spesso i controlli non sono efficaci ne frequenti.
Insomma questa è sempre un’idea ma è proprio dalle idee che nascono i fatti. Ricordate sempre che “da cosa nasce cosa”.


Esistono metodi di smaltimento dei rifiuti ; uno di questi è la termovalorizzazione che brucia i rifiuti attraverso i termovalorizzatori o inceneritori e ne trae energia.  Questo sistema di smaltimento dei rifiuti è inquinante in quanto queste macchine emettono dopo l’uso CO2 e altri gas nocivi per noi e per il nostro ambiente

Ho riflettuto attentamente su tale argomento arrivando all’unica conclusione che potrebbe finalmente smaltire in gran quantità i rifiuti nelle città.

Ho pensato che si dovrebbero istallare sofisticate macchine di riciclaggio della plastica e del vetro in particolare dove la gente si libera dei rifiuti e in base al peso ne ricava del denaro.


Articolo by Andrea Campiotti

venerdì 6 aprile 2012

Bioarchitettura : Friedensreich Hundertwasser lo immaginava prima di noi

Foto by Andrea Campiotti
Friedensreich Hundertwasser (Vienna, 15 dicembre 1928 – 19  febbraio 2000) è stato un architetto ed ecologista austriaco. 

Egli anticipò alcuni concetti di bioarchitettura esprimendoli nei suoi controversi edifici. La sua vita fu sempre movimentata, infatti nei suoi edifici si può notare la personalità rivolta in tutti gli stili e tradizioni estere.

I suoi palazzi potrebbero sembrare folli e non adatti alla società nella quale viviamo oggi ma io credo che le sue idee potrebbero essere maggiormente utilizzate nelle attuali costruzioni. Hundertwasser ci lascia a bocca aperta ad ognuno degli innumerevoli edifici che ha lasciato in tutto il mondo. Io personalmente ne ho visitati un paio a Vienna, la sua città natale, e credo fermamente che applicare la natura agli edifici non sia solo un segno di bellezza estetica ma anche di sostenibilità ambientale.

Morì a Vienna nel 2000, all’età di 72 anni lasciandoci un patrimonio architettonico che non scorderemo mai e che rimarrà un capolavoro di metà secolo.


Articolo by Andrea Campiotti

lunedì 2 aprile 2012

Lo sviluppo rinnovabile italiano

Foto by Andrea Campiotti
Penso che l’Italia ssendo un paese meridionale rispetto all’Europa possa usufruire di beni naturali inesauribili per produrre energia. Quello che è stato fatto negli ultimi anni è notevole ma io personalmente credo che si possa fare di più. L’Italia è uno dei paesi europei dove la concentrazione dei raggi solari è più alta è quindi di conseguenza sfruttabile maggiormente per produrre energia elettrica.

Nei diversi viaggi che ho fatto in Sicilia ho visto che diversi edifici sono provvisti di pannelli solari , ho osservato attentamente molti impianti fotovoltaici come quello di Priolo in provincia di Siracusa dove lo sfruttamento di risorse non rinnovabili è molto evidente.
 

Foto by Andrea Campiotti
Come tutti sanno Augusta ha uno dei maggiori impianti petrolchimici in Italia. Questo ha portato indubbiamente un bene economico e industriale al Paese ma allo stesso tempo ha portato ad un inquinamento eccessivo nella zona e di conseguenza a un maggior rischio di tumori alla popolazione. Esistono altri esempi di inquinamento industriale in Sicilia come quello di Gela che ha portato alle stesse conseguenze di Augusta.Queste due città a parer mio sono state gravemente logorate dagli impianti petrolchimici che hanno influito molto sul turismo balneare

È assolutamente sbagliato che una regione come la Sicilia dove l’intensità solare è più alta rispetto alle altre regioni italiane possa approvare questo genere di sviluppo industriale e non sfruttare invece pienamente le risorse rinnovabili come appunto il sole.


Per concludere vorrei che l’Italia seguisse un sviluppo rinnovabile che non possa nuocere al nostro pianeta e soprattutto che non possa nuocere al mondo che si ritroveranno le generazioni successive. 


Articolo by Andrea Campiotti