Lo spreco alimentare nel mondo
Un ulteriore informazione che non può essere più sottovalutata dai consumatori si riferisce alle forti disparità socio-economiche e alle differenze di disponibilità di beni alimentari tra i Paesi industrializzati (numerosi Paesi in Europa, Stati Uniti e Canada) e quelli in via di sviluppo (soprattutto in Africa e Asia). La FAO ci dice che la disponibilità alimentare pro-capite per i Paesi del nord del mondo arriva a 900 kg/anno, con uno spreco medio di non meno di 100 kg/anno/persona, mentre per i Paesi del sud del mondo, la disponibilità raggiunge i 400 kg/anno pro-capite, con uno spreco di circa 10 kg/anno/persona.
La FAO ci dice inoltre che, delle 5 miliardi di tonnellate di beni alimentari prodotti annualmente, di cui circa due miliardi e mezzo di tonnellate tra frutta e verdura, lo spreco di cibo tra la GDO, i produttori e i consumatori, arriva a 1,3 miliardi di tonnellate, ovvero circa un terzo del totale di cibo, senza contare l’energia e l’acqua che si è utilizzata per la produzione del cibo (almeno un chilo di gasolio per un chilo di pomodoro in serra e tra 10.000 e 15.000 litri d’acqua per un chilo di carne).
Questi numeri ci dicono che è necessario un comportamento, soprattutto da parte dai cittadini dei Paesi più ricchi, più rispettoso verso le risorse naturali, il cibo e le persone. Il 2014 per l’Unione Europea sarà dedicato alla campagna “contro lo spreco alimentare”. Infatti non possiamo trascurare che, almeno un miliardo di persone nel mondo, hanno gravi problemi di alimentazione. Soltanto un cambiamento forte dei nostri comportamenti è in grado di rimodellare un mondo basato sulla sostenibilità sociale, ambientale, economica ed energetica.
Articolo by Andrea Campiotti
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